DEBUTTA AL TEATRO MANZONI DI PISTOIA “GRAN CAFFE’ CONCERTO ITALIA”

Pubblicato il 16 marzo 2014 da G.A.D.

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Prosa e Musica, testi e canzoni degli anni ’30-40 nell’ adattamento teatrale in due tempI di Franco Checchi. Ispirato all’opera letteraria di Achille Campanile.

Venite tutti al Gran Caffè

il luogo più bello che c’è

Lasciate andar la fatica,

venite a godere la vita …

Con questo invito cantato da un coretto di tre camerieri sulle note del valzer della notissima operetta “Al Cavallino Bianco”, inizia il nuovo spettacolo del GAD Città di Pistoia, gustoso esperimento di “cabaret nel teatro” del regista Franco Checchi e della sua instancabile compagnia, che intende ricreare atmosfere e situazioni da Cafè Chantant anni 30-40, in cui si alternano canzoni e prosa, cantanti e fini dicitori.

Nei locali di questo tipo, assai in voga all’epoca, si esibivano cantanti e attori, talvolta di alto livello, che, per sfuggire alla censura, nascondevano dietro parole e frasi allusive, la loro critica, anche feroce, al regime. Il pubblico capiva e, ridendo, apprezzava. Il GAD con questo lavoro riprende una formula che negli anni più recenti si è rivelata vincente: l’abbinamento di musica dal vivo con parola recitata. La Compagnia si avvale dell’arrangiamento e della direzione musicale di Daniela Dolce, e del M° Daniele Biagini che accompagna dal vivo al pianoforte canzoni e cori. E gli attori e le attrici del Gad, divenuti sicurezze assolute in questo genere di spettacolo, rendono tutti al meglio delle loro possibilità sia nelle scene di insieme che nei dialoghi o monologhi .

Un variegato gruppo di inconsapevoli spettatori-attorI-cantanti giunge nei locali del “Gran Caffè” e si ritrova spettatore-attore-cantante di un piacevolissimo spettacolo dell’assurdo quotidiano. L’ ”assurdo”, assunto a espediente drammaturgico, diviene per Checchi, profondo conoscitore di Campanile, motivo di scrittura teatrale ironicamente feroce, ritmicamente cinica. Litigi, banali battibecchi fondati su giochi di parole, casualità e filastrocche impossibili da mandare a memoria diventano una partitura inedita di testi e musiche che ritraggono un’umanità vittima di se stessa ma – senza spiegazione – allegra, divertita, vuota e tutto sommato grottesca.

Asse portante dello spettacolo, sostanza e non sottofondo, la “colonna sonora”, eseguita dal vivo dalla cantante Daniela Dolce e dagli attori, accompagnati dal vivo al pianoforte dal M.o Daniele Biagini. Arie, operette, canzoni leggere prese dal repertorio italiano degli anni Trenta-Quaranta, care al regista e perfettamente funzionali al lavoro, sono al contempo eco e contrappunto al testo, gradevolissimo tappeto sonoro di una commedia umana spensierata ma al vetriolo. Franco Checchi: ” Ho ideato questo spettacolo, con canzoni imparate da ragazzo nella mia famiglia canterina, dove ogni azione quotidiana era accompagnata da motivetti dell’epoca o da brani di operette. “Parlami d’amore Mariù” o “Bambina innamorata” o ancora “Mille lire al mese” e altre, erano la colonna sonora della rasatura della barba di mio padre o della preparazione del pranzo”.

Il ritmo è scoppiettante, quasi fulmineo, il lampo di una battuta induce al sorriso ma non si fa in tempo a soffermarvisi perché subito ne arriva un’altra e poi si canta e si balla…e tutto diventa un gustosissimo “circo” che ha il sapore di altri tempi eppure attualissimo. Calzanti le scene e costumi di Fabio Gonfiantini, le prime, e Gioia Ciardi, i secondi. La regia sapiente di Checchi riesce a mantenere perfettamente l’equilibrio tra non-sense e spettacolo ed è la cifra stilistica delle produzioni più recenti del GAD a base di teatro e di musica.

Prendono parte allo spettacolo, in diversi ruoli: Nicola Buti, Andrea Sabatini, Giacomo Del Bino, Claudia Coppola Bottazzi, Paolo Nesi, Elvio Norcia, Francesca Branchetti, Raffaele Totaro Deborah Guidi, Umberto Ponzio, Chiara Cecchi, Veronica Spinicci, Franco Checchi, Rossella Fedi.

Daniela Dolce, voce solista

Daniele Biagini, accompagnamento musicale.

Hanno collaborato: Il Laboratorio del Teatro A:Manzoni per le costruzioni scenografiche, Mariella Biagini per le luci, Multideco per la grafica,
Gioia Ciardi per l’esecuzione dei costumi. Le scene e i costumi sono di Fabio Gonfiantini, l’adattamento e la regìa di Franco Checchi.

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